Si è svolta ieri pomeriggio la 65 ^ edizione del Palio della Gioventù. Un'occasione speciale in quanto quest'anno la Repubblica Dei Ragazzi compie 75 anni. Un'edizione insolita, senza il consueto pubblico, condizionata dal #Covid-19. Infatti non si è tenuto neanche l'annuale incontro degli Ex cittadini della Repubblica: un Palio a porte chiuse per tutelare i ragazzi e tutta la comunità. Ma i giochi, come vuole la tradizione, ci sono stati a conclusione di un anno di intenso lavoro e tante attività, dove le 5 case famiglia si sono sfidate con l'obbiettivo di vincere il tanto desiderato Palio. Quest'anno però nessun vincitore, hanno vinto tutti, proprio in virtù della particolarità della situazione. Non solo, si sarebbe dovuta realizzare una grande festa in occasione del compleanno della Repubblica e la Fondazione Angelo e Mafalda Molinari Onlus, sempre vicina a questa struttura, per l'occasione aveva fatto realizzare (da Debora Lunardi) e donato le nuove divise che sarebbero state indossate per i giochi e per la premiazione.Le divise le hanno indossate lo stesso perchè la festa c'è stata comunque, ed è stata proprio la festa dei e per i ragazzi. Speriamo che il prossimo anno si possa tornare a festeggiare insieme a tutti coloro che in qualche modo sono legati a questa struttura che da 75 anni è vicina ed al servizio dei ragazzi.
Pubblicato da Fondazione Angelo e Mafalda Molinari Onlus su Lunedì 17 agosto 2020
Mi chiamo Antonio, e 65 anni fa sono stato un fiero cittadino
della Repubblica dei Ragazzi.
All’epoca non usavamo i cognomi, e ci distinguevamo gli uni
dagli altri con numeri ordinali.
Quindi io ero Antonio IV.
Del Palio, ricordo che in piazza, a Civitavecchia, me ne fecero
fare il banditore per l’annuncio.
Eravamo accompagnati dal Prof, Raffaelli, da Tullio Granci e
da Don Ernani Turri.
Ci presentò un giovane Enzo Tortora, che all’epoca conduceva
un programma in TV con Silvio Noto e che ci piaceva molto.
Anche perché non v’erano altri programmi.
Il giorno dopo mi misero su una mucca e, dopo un giro interno
al villaggio Marino, mi fecero leggere dalla torre del Marangone
le varie sfide tra i laboratori. Io ero della Ceramica (mi pare che
fosse del Granchio).
In quegli anni ho imparato cosa vuol dire essere un vero cittadino,
con diritti, doveri e regole liberamente condivise e rispettate.
Ho imparato la dignità del lavoro ben fatto e del giusto compenso. (i “meriti” dello scultore Manzù).
Credo di aver tutto assorbito, al punto che fui parecchie volte
eletto sindaco o giudice. E lì ho imparato a non giudicare se
non dopo aver ben compreso.
Ho ormai settantasette anni e, alla sera della vita, posso dire
che le basi fondamentali per affrontarla consapevolmente da
adulto le debbo, senza dubbio alcuno, all’impronta benefica che
ho ricevuto nei miei cinque anni alla Repubblica dei Ragazzi.
Grazie dal profondo del cuore.
.
Grazie di aver condiviso questo bellissimo ricordo! Fa piacere sapere che la Repubblica dei Ragazzi ha svolto un ruolo educativo importante nella sua vita e in quella di tanti altri ragazzi e oggi anche ragazze.